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20.12.2024

Rapporto della CPI sulla crisi di Credit Suisse: trarre ora i giusti insegnamenti 

L’Associazione svizzera dei banchieri (ASB) saluta con favore il fatto che la Commissione parlamentare d’inchiesta (CPI) abbia esaminato la legalità, l’adeguatezza, l’efficacia e la collaborazione delle autorità e degli organi competenti nel contesto della crisi di Credit Suisse. Assieme al Rapporto del Consiglio federale sulla stabilità delle banche, il rapporto della CPI costituisce una componente fondamentale del quadro d’insieme. 

Dal rapporto emerge chiaramente che ai fini della stabilità finanziaria sono decisivi tre fattori: una gestione aziendale responsabile, una vigilanza efficiente e un approvvigionamento efficace della liquidità.  

  • Gestione aziendale: la crisi di Credit Suisse è riconducibile soprattutto a una malagestione protrattasi per anni, nonché alla conseguente perdita di fiducia nei confronti della banca. Alla luce di questi elementi risultano essenziali competenze e responsabilità chiare, nonché principi di remunerazione in grado di promuovere una conduzione aziendale orientata a una prospettiva di lungo periodo. Eventuali cambiamenti in questo ambito devono essere strutturati in modo mirato e proporzionale. 
  • Vigilanza: siamo concordi con la CPI sul fatto che l’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) non ha sempre impiegato in modo esaustivo l’intero repertorio di strumenti a sua disposizione. Ed è soprattutto in questo ambito che vediamo il fabbisogno d’intervento principale, mentre appare meno rilevante l’introduzione di ulteriori strumenti. Accogliamo con favore il desiderio di rafforzare la cooperazione tra le autorità. 
  • Liquidità: concordiamo parimenti con la CPI che l’approvvigionamento della liquidità debba essere nettamente rafforzato in un’ottica di tutela della stabilità finanziaria. Concretamente, ciò si traduce nell’integrazione nel diritto ordinario dello strumento del Public Liquidity Backstop (PLB) per le banche di rilevanza sistemica, nonché nell’ampliamento della destigmatizzazione per l’approvvigionamento di liquidità da parte della Banca nazionale svizzera (BNS) a favore di tutti gli istituti bancari. 

«Il rapporto della CPI offre l’opportunità di trarre i giusti insegnamenti dalla crisi di Credit Suisse. A tale scopo occorre ora una regolamentazione oculata e lungimirante, imperniata su una gestione aziendale responsabile, una vigilanza efficiente e un approvvigionamento efficace della liquidità. Questo approccio garantisce una piazza finanziaria internazionale stabile e forte anche in prospettiva futura e funge così da catalizzatore per il benessere a lungo termine della Svizzera». 

Roman Studer, CEO dell’ASB

L’ASB provvederà ora ad analizzare in dettaglio il rapporto della CPI sulla scorta dell’ulteriore dibattito a livello politico e normativo sul tema della stabilità bancaria. L’Associazione intrattiene un confronto serrato con la politica e le autorità e continuerà ad apportare il proprio contributo attivo e costruttivo alle discussioni in corso. 

Ulteriori informazioni, nonché le posizioni dell’ASB in merito all’acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS, sono disponibili qui.

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